Il collocamento del minore presso la madre è diventato quasi un automatismo, sembra essere stato rinunciato dai padri, scontato dai giudici e dagli avvocati e accettato tacitamente dalle madri.
Partiamo dai termini. Il termine corretto da usare in riferimento ai minori in caso di separazione è “collocamento” e non “affidamento”. Vediamo nel dettaglio cosa significano e se è vero che i minori vengono quasi sempre collocati presso la madre.
Ovviamente, va premesso che una risposta certa non esiste, le ragioni sono molteplici, sociali, culturali, lavorative, economiche, di percezione personale, ma una riflessione su questo argomento in Italia si rende sempre più necessaria. Un’altra premessa doverosa è che i casi vanno valutati singolarmente, persona per persona, fatto per fatto. Per il momento facciamo finta che non sia così e basiamoci solo sui numeri e sulle statistiche, per dare una piccola occhiata, magari facendo una provocazione, a quello che oggi sembra quasi un automatismo: Il collocamento del minore alla madre.
Affidamento Condiviso vs. Collocamento Prevalente
In Italia, la legge prevede che i figli minori, in caso di separazione o divorzio, vengano generalmente affidati congiuntamente a entrambi i genitori. Questo significa che entrambi i genitori devono prendersi cura dei figli, partecipare alle decisioni importanti sulla loro educazione, salute e vita generale.
Tuttavia, il collocamento si riferisce alla residenza abituale del minore. Anche se l’affidamento è condiviso, i figli di solito vivono stabilmente con uno dei due genitori, mentre l’altro ha diritti di visita e doveri economici.
Perché i Minori Sono Spesso Collocati presso la Madre?
Nella pratica, nella concretezza e nei numeri dei tribunali, i minori vengono più frequentemente collocati presso la madre, come se fosse quasi un automatismo. Questo accade per vari motivi culturali e storici: la madre è spesso considerata la figura più adatta per prendersi cura quotidianamente dei figli, soprattutto se i bambini sono molto piccoli.
I giudici tendono a considerare il benessere e la stabilità dei figli come priorità. Se la madre ha storicamente svolto il ruolo principale di caregiver, questo può influenzare la decisione del giudice nel collocare i minori presso di lei.
Molto spesso i padri nemmeno chiedono il collocamento del minore.
Inoltre, nel meraviglioso panorama lavorativo italiano, con le sue risapute tutele e le sue discriminazioni di genere, la madre ha un contratto di lavoro più “flessibile” che le garantisce più disponibilità per prendersi cura del minore.
Tuttavia, la legge non esclude affatto la possibilità che i figli vengano collocati presso il padre, specialmente se dimostra di essere altrettanto presente e adatto a prendersi cura di loro, o se dimostra di avere più tempo libero e disponibilità per seguire il minore. Negli ultimi anni, ci sono stati casi (molto rari, ma almeno è un inizio) in cui i minori sono stati collocati presso il padre, o in situazioni in cui il collocamento è stato diviso in modo equilibrato tra i genitori, con non poche problematiche organizzative.
Affidamento Esclusivo
In casi specifici, si può ricorrere all’affidamento esclusivo a un solo genitore, ma questa è un’eccezione che viene applicata se e solo se l’altro genitore è ritenuto inadatto o pericoloso per il benessere dei figli (ad esempio, in presenza di violenze o problemi gravi).
Critiche e Dibattiti sul Sistema Attuale
C’è un acceso dibattito sulla percezione che i tribunali favoriscano le madri per il collocamento dei figli (cosa che ha anche notevoli ricadute economiche, ma non ne parleremo in questo articolo). Alcuni padri sentono di essere svantaggiati e di ricevere un trattamento ingiusto, nonostante la legge non preveda preferenze automatiche per la madre. Questo ha portato alla nascita di numerose associazioni di padri separati a richiedere una maggiore equità e a sottolineare l’importanza della figura paterna nella crescita dei figli. Associazioni che in questi anni stanno crescendo di numero, sopratutto per le recenti novelle legislative e nelle metodologie delle stesse; ma ne parleremo in un articolo apposito.
La situazione del collocamento dei minori in Italia, è sicuramente un tema complesso, e ci sono diversi aspetti da considerare, inclusi il contesto storico, culturale e sociale.
Vediamo le statistiche e il possibile ruolo del patriarcato.
Statistiche sul Collocamento dei Minori in Italia
Le statistiche mostrano che, nella grande maggioranza dei casi, i minori vengono collocati prevalentemente presso la madre. Secondo le stime più recenti, circa il 90% dei casi di separazione si conclude con i figli che vivono stabilmente con la madre, mentre al padre vengono garantiti diritti di visita. Tuttavia, l’affidamento è quasi sempre condiviso, nel senso che entrambi i genitori hanno responsabilità legali e decisionali (sulla carta).
Questo dato riflette un trend che si basa sull’assunto che la madre sia il caregiver primario, cioè la persona che, nella maggior parte delle famiglie, ha svolto il ruolo principale nella cura quotidiana dei figli, come detto sopra.
Il Ruolo del Patriarcato nella Dinamica del Collocamento
Il patriarcato potrebbe influenzare indirettamente questa situazione. Ecco come:
Divisione tradizionale dei ruoli: In Italia, e in molte altre società, esiste una lunga storia di divisione dei ruoli basata sul genere, con le donne spesso viste come principali custodi della casa e della famiglia. Questa divisione di ruoli ha storicamente reso le donne le principali responsabili della cura dei figli, anche se, lentamente, stanno cambiando i modelli di partecipazione maschile alla genitorialità.
Cultura giuridica e sociale: Anche se la legge promuove l’uguaglianza tra madre e padre, la cultura giuridica può riflettere le norme sociali che vedono la madre come la figura più adatta a prendersi cura dei figli, specialmente in tenera età. Questo riflette implicitamente un sistema patriarcale in cui il lavoro di cura, considerato meno “valorizzato” socialmente ed economicamente, è affidato alle donne.
Influenza del patriarcato sui ruoli familiari: Il patriarcato contribuisce a costruire l’idea che l’uomo sia principalmente il breadwinner (chi porta il sostentamento economico) e la donna la caregiver (chi si occupa della casa e della famiglia). Di conseguenza, anche nei tribunali, la divisione dei ruoli tradizionali può influenzare le decisioni sui minori, sebbene ciò non sia sempre esplicitamente dichiarato.
Una Questione Complessa e Contraddittoria
La questione del collocamento dei minori evidenzia una contraddizione: da un lato, le donne hanno guadagnato terreno nei diritti e nella parità; dall’altro, il ruolo di caregiver rimane perlopiù loro prerogativa nella visione della società, anche quella apparentemente più progressista. Anche se il patriarcato gioca un ruolo nel perpetuare questa situazione, alcune donne possono percepire che i benefici di avere il collocamento prevalente superano i vantaggi di un sistema più equo per i padri.
Il patriarcato ha sicuramente influenzato la percezione dei ruoli genitoriali e potrebbe essere uno dei motivi per cui i minori vengono collocati prevalentemente presso la madre. Tuttavia, il cambiamento deve venire da entrambe le parti: più padri devono essere disposti a lottare per una maggiore partecipazione nella vita dei figli, e la società deve riconoscere e valorizzare il ruolo dei padri come caregiver. Allo stesso tempo, si deve creare più consapevolezza nei genitori e nella società in una maggiore equità nella genitorialità. La quale certamente può portare a un equilibrio migliore, sia a livello familiare che sociale.
Ovviamente questo contributo è basato sulle statistiche, ma le valutazioni vanno fatte sui singoli casi e sulle singole persone. Solo con un indagine scientifica su un grande numero di coppie e diretta alla risoluzione di questo quesito si potrà iniziare ad accendere una fiammella di luce su questa problematica. Ciò anche perché in termini lavorativi, personali e privati, il collocamento presso uno dei genitori è un sacrificio non indifferente.
Questo (nella pratica) automatismo del collocamento del minore presso la madre è un peso non indifferente verso l’indipendenza della donna, soprattutto in una situazione di separazione.