Misure di Coercizione Indiretta in Materia di FamigliaLa Bigenitorialità in Italia: Stato dell’Arte, Sfide e Prospettive Future
La bigenitorialità, intesa come il diritto del minore a mantenere rapporti significativi con entrambi i genitori, rappresenta un principio cardine nel diritto di famiglia italiano. Tuttavia, la sua applicazione pratica solleva numerose questioni, specialmente riguardo al ruolo del genitore non collocatario; spesso (quasi il 90% dei casi) il padre.
La bigenitorialità è un concetto fondamentale nel diritto di famiglia, che sottolinea il diritto del minore a mantenere relazioni stabili e significative con entrambi i genitori, indipendentemente dalla loro situazione coniugale. In Italia, questo principio è sancito dall’articolo 337-ter del Codice Civile, ma la sua attuazione pratica presenta diverse sfide, soprattutto in relazione al ruolo del genitore non collocatario. Nonostante la chiarezza normativa, l’attuazione pratica di questo diritto presenta sfide significative, spesso a discapito del genitore non collocatario, generalmente il padre.
Evoluzione Legislativa e Principi Fondamentali della Bigenitorialità
La legge n. 54 del 2006 ha introdotto in Italia l’affidamento condiviso come regola generale nei casi di separazione e divorzio, con l’obiettivo di garantire al minore una presenza equilibrata di entrambi i genitori nella sua vita. Successivamente, il decreto legislativo n. 154 del 2013 ha ulteriormente rafforzato questo principio, enfatizzando il diritto del minore alla bigenitorialità. L’articolo 337-ter del Codice Civile stabilisce che il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori, ricevendo cura, educazione, istruzione e assistenza morale da entrambi. Il giudice deve adottare i provvedimenti relativi alla prole con esclusivo riferimento all’interesse morale e materiale di essa, valutando prioritariamente la possibilità che i figli minori restino affidati a entrambi i genitori. Tuttavia, la legge non specifica una suddivisione paritaria del tempo di permanenza del minore presso ciascun genitore, lasciando ampio margine di discrezionalità al giudice.
Criticità nell’Applicazione della Bigenitorialità
Il genitore non collocatario, spesso il padre, si trova frequentemente in una posizione marginale nella vita quotidiana del figlio. Questo può derivare da pregiudizi culturali che vedono la madre come il principale caregiver, nonché da prassi giudiziarie che tendono a favorire la madre come genitore collocatario. Un retaggio di una cultura arcaica che non si riesce a superare. Invero, l’affidamento del minore ad un genitore comporta enormi sacrifici personali e lavorativi che meriterebbero di essere presi in considerazione nel contesto della separazione, ma molto spesso ci si ferma all’aspetto economico: collocamento=mantenimento.
Ostacoli ai Rapporti con il Genitore Non Collocatario
In alcuni casi, il genitore collocatario può ostacolare i contatti tra il figlio e l’altro genitore, portando a situazioni di alienazione parentale. Questo fenomeno può avere gravi ripercussioni sul benessere psicologico del minore e sul suo sviluppo emotivo. Soprattutto arreca un grave danno alla genitorialità, sono atteggiamenti e dinamiche che non hanno molte tutele, anzi quasi nessuna.
Misure di Coercizione Indiretta in Materia di Famiglia
Difficoltà nell’Applicazione delle Decisioni Giudiziarie
Anche quando i tribunali stabiliscono diritti di visita o altre forme di contatto, il mancato rispetto di tali disposizioni è una problematica ricorrente. Le sanzioni per chi ostacola la bigenitorialità sono spesso inefficaci o poco applicate, rendendo difficile la tutela effettiva dei diritti del minore e del genitore non collocatario.
Gestione delle Spese Straordinarie
La gestione delle spese straordinarie rappresenta un ulteriore motivo di conflitto tra i genitori separati. La mancanza di chiarezza su quali spese rientrino in questa categoria e la necessità di accordo preventivo possono generare tensioni e controversie., che spesso si ripercuotono sulle visite ai minori.
Lentezza della Giustizia
La lentezza dei procedimenti giudiziari in materia familiare può prolungare situazioni di conflitto, con effetti negativi sul minore. La durata eccessiva dei processi può ritardare l’attuazione di misure a tutela del diritto alla bigenitorialità.
Statistiche Recenti sull’Affidamento dei Minori
Nonostante il quadro normativo promuova l’affidamento condiviso, le statistiche evidenziano una realtà diversa. Secondo i dati ISTAT del 2023, nel 90% dei casi di separazione, l’affidamento dei figli è stato assegnato in modo prevalente alla madre, con il padre che svolge il ruolo di genitore non collocatario. Questo squilibrio solleva interrogativi sulla reale applicazione del principio di bigenitorialità e sulle possibili implicazioni per il benessere del minore.
Paternità Biologica e Danno Endofamiliare
Confronto con Esempi Virtuosi Internazionali
Diversi Paesi hanno adottato modelli più efficaci nell’attuazione della bigenitorialità:
- Svezia e Danimarca: Questi Paesi hanno implementato modelli di affido paritario, dove, in assenza di motivi gravi, il figlio trascorre il 50% del tempo con ciascun genitore. Questo approccio è supportato da politiche sociali che facilitano la condivisione delle responsabilità genitoriali.
- Francia: La “résidence alternée” è un modello diffuso, in cui il tempo di permanenza del minore è equamente suddiviso tra i genitori, salvo eccezioni specifiche. Questo sistema promuove una partecipazione equilibrata di entrambi i genitori nella vita del figlio.
- Belgio: L’affido paritario è la norma e viene applicato con rigore, garantendo che entrambi i genitori abbiano un ruolo attivo e significativo nella crescita del figlio.
La violazione del diritto alla bigenitorialità: un problema sistemico?
La bigenitorialità è un diritto del minore, non dei genitori. Tuttavia, spesso è il genitore non collocatario a vedersi ridotto il ruolo, e questo finisce per danneggiare anche il figlio.
La violazione del diritto alla bigenitorialità è un problema che si manifesta in molti Paesi, ma con differenze legate ai sistemi giuridici e culturali. In generale, il problema nasce da diversi fattori principali:
- Atteggiamento culturale e affidamento prevalente alla Madre – In molte società, la madre viene ancora vista come il principale punto di riferimento per il bambino, specialmente in tenera età. Nonostante la legge preveda l’affidamento condiviso come regola generale, in molti casi il figlio finisce per vivere prevalentemente con la madre. In questo modo il padre viene relegato a un ruolo secondario. Questo avviene perché spesso si ritiene che il minore abbia maggiore bisogno della madre, specialmente in età infantile.
- Ostacoli ai rapporti con il genitore non collocatario – In alcuni casi, il genitore presso cui il minore risiede può ostacolare i contatti con l’altro genitore, portando a situazioni di alienazione parentale (un fenomeno in cui il bambino viene influenzato negativamente contro l’altro genitore).
- Difficoltà di applicazione delle decisioni giudiziarie – Anche quando i tribunali stabiliscono il diritto di visita o altre forme di contatto con il genitore non collocatario, il mancato rispetto di tali disposizioni può essere difficile da far valere, perché le sanzioni per chi ostacola la bigenitorialità sono spesso inefficaci o poco applicate.
- Lentezza della giustizia – In caso di conflitti gravi, rivolgersi ai tribunali può essere necessario, ma la lentezza dei procedimenti spesso porta a situazioni in cui il genitore non collocatario resta senza contatti con il figlio per lunghi periodi.
- Mancanza in molti Avvocati della cultura della mediazione.
Si necessiterebbe di una tutela della bi genitorialità totale senza discriminazioni. Perché nel sistema giuridico italiano si assiste ogni giorno a discriminazioni legate a culture e retaggi del passato. L’evoluzione culturale è solo apparente, relegata in aspetti che nella concretezza sono solo marginali.
La pratica è un abisso di violazioni intollerabili e aberranti.
Violenza Economica e Maltrattamenti Familiari