Altri modelli di prevenzione e repressione

Diritto comparato e strategie integrate di prevenzione e repressione della violenza di genere

Un’analisi comparata delle politiche adottate in altri Paesi, di Altri modelli di prevenzione e repressione, evidenzia come il diritto penale, se inserito in un sistema integrato di prevenzione e supporto, possa avere un impatto più significativo nella lotta contro la violenza di genere. Diversi Stati hanno implementato modelli che combinano interventi punitivi con strategie strutturali, educative e di supporto alle vittime, offrendo spunti utili per comprendere i limiti e le potenzialità dell’approccio italiano.

Ciò continuando la riflessione sull’articolo precedente sulla Cd. L. Codice Rosso

Spagna: il modello olistico della Ley Orgánica 1/2004

La Spagna è considerata un punto di riferimento in Europa per il contrasto alla violenza di genere grazie alla Ley Orgánica 1/2004 de Medidas de Protección Integral contra la Violencia de Género. Questa legge ha introdotto un approccio integrato che include misure penali, civili, educative e sociali.

  • Caratteristiche principali:
    1. Giurisdizioni specializzate: La creazione dei Juzgados de Violencia sobre la Mujer (Tribunali specializzati sulla violenza contro le donne) garantisce giudici formati e procedure rapide.
    2. Protezione immediata: Misure di allontanamento rapido per gli aggressori e un sistema di monitoraggio elettronico per i recidivi.
    3. Prevenzione ed educazione: Obbligo di inserire l’educazione alla parità di genere nei programmi scolastici.
    4. Supporto strutturale: Programmi di riabilitazione per gli autori di reati e ampio sostegno economico, psicologico e abitativo per le vittime.

Impatto: Dal 2004, si è registrato un significativo aumento delle denunce e una maggiore consapevolezza pubblica. Tuttavia, persistono difficoltà nell’uniformità applicativa tra le diverse regioni e nella protezione delle donne migranti prive di documenti regolari.

Svezia: un approccio sistemico alla parità di genere

La Svezia ha adottato un modello basato sull’idea che la prevenzione della violenza passi attraverso un cambiamento culturale radicale e il rafforzamento della parità di genere.

  • Principali strumenti:
    1. Pene severe: La violenza domestica è trattata come un crimine contro la società, indipendentemente dalla volontà della vittima di testimoniare.
    2. Educazione capillare: Campagne di sensibilizzazione contro gli stereotipi di genere e programmi educativi obbligatori nelle scuole.
    3. Welfare state inclusivo: Forte supporto economico e abitativo per le vittime, che possono contare su un accesso immediato ai servizi.
    4. Focus sui bambini: Programmi speciali per supportare i figli delle vittime e rompere il ciclo della violenza.

Impatto: Il modello svedese ha dimostrato che interventi strutturali, uniti a pene rigorose, riducono l’incidenza della violenza domestica, anche se il fenomeno non è scomparso. Le critiche si concentrano sulla difficoltà di raggiungere minoranze e comunità culturalmente isolate.

Stati Uniti: programmi integrati e il Violence Against Women Act (VAWA)

Negli Stati Uniti, il Violence Against Women Act (VAWA), introdotto nel 1994, rappresenta un esempio di legislazione nazionale che combina strumenti penali con finanziamenti per programmi di supporto e prevenzione.

  • Misure chiave:
    1. Finanziamenti federali: Fondi per rifugi, linee di emergenza e programmi di assistenza legale per le vittime.
    2. Coordinamento tra istituzioni: Collaborazione tra polizia, tribunali e centri di supporto per garantire protezione immediata.
    3. Educazione e prevenzione: Campagne di sensibilizzazione e programmi di riabilitazione per gli autori di violenza.

Impatto: VAWA ha contribuito a una maggiore protezione delle donne, ma l’efficacia varia notevolmente tra i singoli Stati, a causa delle differenze culturali e normative. Il sistema federale rende difficile un’applicazione uniforme, soprattutto nelle aree rurali.

Francia: la lotta contro la violenza psicologica

La Francia si distingue per aver introdotto nel 2010 il reato di violenza psicologica all’interno della violenza domestica.

  • Innovazioni legislative:
    1. Definizione ampia: La violenza non è solo fisica ma include forme di controllo, isolamento e manipolazione psicologica.
    2. Ordinanze di protezione: Provvedimenti immediati per allontanare l’autore della violenza dalla vittima.
    3. Misure per le vittime: Accesso prioritario a case popolari e supporto legale gratuito.

Impatto: Questa normativa ha permesso di identificare e punire forme di abuso spesso invisibili, ma ha richiesto un massiccio investimento in formazione per operatori legali e sociali.

Lezioni per l’Italia: oltre il Codice Rosso

Dal confronto emerge che i sistemi più efficaci combinano pene severe con politiche di prevenzione strutturale. Per migliorare l’efficacia del Codice Rosso, l’Italia potrebbe:

  1. Istituire tribunali specializzati: Modelli simili a quelli spagnoli potrebbero garantire una maggiore competenza e rapidità nei procedimenti.
  2. Aumentare i fondi per i servizi sociali: Investire in rifugi, assistenza psicologica e supporto economico per le vittime.
  3. Campagne educative: Rendere obbligatori programmi di educazione di genere nelle scuole, come avviene in Svezia.
  4. Leggi specifiche per la violenza psicologica: Ispirandosi al modello francese, si potrebbero introdurre norme per riconoscere e sanzionare forme di abuso non fisico.

Un equilibrio tra diritto e politiche sociali nella comparazione con altri modelli di prevenzione e repressione

L’esperienza internazionale, e la comparazione con altri modelli di prevenzione e repressione, dimostra che il diritto penale, pur essendo necessario, è efficace solo se affiancato da interventi culturali, economici e strutturali. L’Italia, con il Codice Rosso, ha fatto un passo avanti, ma per affrontare realmente la violenza di genere occorre seguire un modello integrato, che combini repressione, prevenzione e supporto alle vittime.

Questo articolo non pretende di essere un’analisi esaustiva o scientifica, ma una riflessione sulle strategie di contrasto alla violenza di genere, arricchita da esempi internazionali pubblici. Nel creare una Legge, come diceva Francesco Carrara già a fine 800, è necessaria la comparazione con altri modelli di prevenzione e repressione, ciò al fine di sfruttare al massimo le esperienze degli altri e dare più senso, concretezza ed efficacia alle norme penali che in Italia vengono prese sempre con troppa superficialità. Ed ovviamente, un’altra importante considerazione è che sui problemi sociali gli interventi devono essere a lungo termine e non fermarsi con una semplice norma penale.