Il Reddito di Cittadinanza e Il Requisito della Residenza Decennale

Il Reddito di Cittadinanza e la Sentenza della Corte di Giustizia UE:

Un’Analisi Giuridica sull’Illegittimità del Requisito della Residenza Decennale. Ancora oggi stanno arrivando da parte dell’INPS le richieste di restituzione delle somme versate a titolo di reddito di cittadinanza per la mancanza del requisito della residenza decennale, ma è una prassi correytta?

Il Reddito di Cittadinanza (RdC), introdotto con il Decreto Legislativo n. 4 del 28 gennaio 2019, è stato un pilastro delle politiche sociali italiane in termini di supporto economico per i cittadini in difficoltà. Tra le condizioni richieste per il beneficio, uno dei requisiti di accesso più controversi è quello della residenza. In particolare, il Decreto prevede che per ottenere il Reddito di Cittadinanza, il richiedente debba essere residente in Italia da almeno dieci anni. Questo requisito, tuttavia, è stato messo in discussione da una sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con importanti implicazioni giuridiche, amministrative e sociali. Nel presente articolo si analizzeranno gli effetti giuridici di tale pronuncia, le possibili azioni da intraprendere contro le richieste di rimborso da parte dell’INPS e la compatibilità del Decreto Legislativo 4/2019 con il diritto dell’Unione Europea.

Il Requisito della Residenza Decennale nel Reddito di Cittadinanza

Secondo l’articolo 2, comma 1, del Decreto Legislativo n. 4/2019, il Reddito di Cittadinanza è rivolto ai cittadini italiani e agli stranieri residenti in Italia da almeno dieci anni, di cui almeno due anni continuativi precedenti la domanda. Questo requisito è stato imposto con l’intenzione di garantire che il beneficio fosse destinato principalmente ai cittadini che, per un lungo periodo, avevano stabilito una connessione stabile con il nostro Paese, sulla base del principio di solidarietà nazionale.

Tuttavia, tale condizione è stata oggetto di un’importante sentenza della Corte di Giustizia dell’Unione Europea (CGUE), pronunciata nel luglio 2023, che ha dichiarato il requisito della residenza decennale incompatibile con il diritto dell’Unione Europea. La Corte ha, infatti, stabilito che la restrizione della durata della residenza per i cittadini di altri Stati membri dell’Unione Europea contrasta con il principio di non discriminazione e di parità di trattamento sancito dalla direttiva 2003/109/CE relativa allo status dei cittadini di paesi terzi residenti di lungo periodo.

La Sentenza della Corte di Giustizia Europea

La Corte di Giustizia UE ha esaminato una domanda pregiudiziale sollevata dal Tribunale di Roma, relativo al diritto di un cittadino comunitario di percepire il Reddito di Cittadinanza nonostante non avesse soddisfatto il requisito della residenza decennale. In base alla direttiva 2003/109/CE, infatti, i cittadini di paesi terzi, che siano residenti legalmente da più di cinque anni, devono godere degli stessi diritti sociali e economici degli altri cittadini dell’Unione Europea, senza discriminazioni.

La Corte ha, pertanto, sancito che la previsione di un requisito di residenza decennale per i cittadini di paesi non appartenenti all’Unione Europea e per i cittadini europei non rispettava i principi fondamentali di parità di trattamento previsti dall’ordinamento europeo. In particolare, il limite temporale di dieci anni, adottato dal legislatore italiano, non solo rappresentava una discriminazione indiretta, ma comprometteva anche l’accesso a un sostegno sociale essenziale.

Le Implicazioni Giuridiche della Sentenza

La sentenza della Corte di Giustizia ha avuto un impatto profondo sull’interpretazione delle normative italiane in materia di assistenza sociale, e in particolare sul Reddito di Cittadinanza. Poiché le decisioni della Corte di Giustizia sono vincolanti per gli Stati membri, la legge italiana che impone il requisito della residenza decennale è stata dichiarata illegittima nella parte in cui risulta incompatibile con il diritto dell’Unione Europea.

Da un punto di vista giuridico, la sentenza della Corte ha evidenziato la violazione dei principi europei di libera circolazione e non discriminazione. La direttiva 2003/109/CE stabilisce che i cittadini di paesi terzi, se residenti da più di cinque anni, devono avere gli stessi diritti economici e sociali di coloro che sono cittadini di un altro Stato membro dell’Unione. Di conseguenza, l’applicazione di un requisito della residenza decennale per i cittadini di paesi terzi è contraria a tali principi e deve essere modificata.

Inoltre si deve anche sottolineare come l’INPS prenda in considerazione solo quanto risulta dai registri anagrafici, mentre, invece, si deve considerare l’effettività della residenza in Italia che è dimostrabile anche attraverso altri fattori. L’anagrafe è solo un indice, le prove dell’effettività della residenza possono essere molteplici.

La Legittimità della Richiesta di Rimborso dell’INPS

L’aspetto pratico della sentenza della Corte riguarda le richieste di rimborso da parte dell’INPS. Infatti, molti beneficiari del Reddito di Cittadinanza, a causa di questa disposizione, hanno ricevuto l’erogazione del beneficio pur non avendo raggiunto il requisito della residenza decennale. Ora, alla luce della sentenza della Corte di Giustizia, molti di questi potrebbero trovarsi a dover restituire le somme percepite.

Tuttavia, la richiesta di rimborso da parte dell’INPS potrebbe risultare illegittima, poiché l’applicazione del requisito della residenza decennale è stata dichiarata in contrasto con la normativa europea. Pertanto, le persone coinvolte possono agire in via legale per contestare la richiesta di restituzione, invocando il principio di supremazia del diritto dell’Unione Europea.

Gli utenti che si trovano in questa situazione dovrebbero, dunque, considerare diverse opzioni:

  • Ricorso amministrativo: Presentare ricorso all’INPS, indicando che il requisito della residenza decennale è stato dichiarato illegittimo dalla Corte di Giustizia.
  • Ricorso giurisdizionale: Se l’amministrazione non accoglie il ricorso, si può adire il Tribunale competente, invocando la violazione dei diritti sanciti dal diritto dell’Unione.

 

La sentenza della Corte di Giustizia Europea Nelle cause riunite C‑112/22 e C‑223/22

rappresenta un punto di svolta nella regolamentazione dei benefici assistenziali in Italia, in particolare per quanto riguarda il Reddito di Cittadinanza. Il requisito della residenza decennale è stato dichiarato incompatibile con il diritto dell’Unione Europea, aprendo la strada a una revisione delle leggi italiane in materia.

Gli effetti di questa pronuncia sono estesi anche alle richieste di rimborso avanzate dall’INPS. I cittadini che si trovano ad affrontare la restituzione delle somme percepite in base a un requisito dichiarato illegittimo possono contestare la richiesta con validi argomenti giuridici, basandosi sul diritto dell’Unione Europea.

In definitiva, la vicenda solleva importanti questioni di diritto europeo, tutela dei diritti sociali e giurisprudenza comparata, che potrebbero influire anche sulle politiche sociali future in Italia e in altri Stati membri dell’Unione Europea.

 

Dell’Avvocato Leandro Grasso

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